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Danilo Clementoni
”Po ktheheshim. Kishte kaluar veç një vit i ynë diellor që prej kohës kur kishim qenë të detyruar të braktisnim me nxitim dhe zemërim planetin por për ta, në vite tokësorë, kishin kaluar 3.600. Çfarë kishim gjetur?”Nibiru, planeti i dymbëdhjetë i sistemit tonë diellor, ka një orbitë jashtëzakonisht eliptike, retrograda dhe shumë më të madhe nga të gjithë të tjerët.Në fakt, përfundimi i një rrotullimi të plotë rreth Diellit atij i zgjat rreth 3.600 vite. Banorët e tij, duke përfituar nga ky afrim ciklik, me qindra deri mijëra vite, na kanë vizituar në mënyrë sistematike, duke ndikuar çdo herë në kulturën, njohjet, teknologjinë madje dhe në vetë evolucionin e racës njerëzore.Paraardhësit tanë i kanë quajtur në shumë mënyra, por ndoshta emri që më tepër i personifikon ata, është “Zotat”.Azakisi dhe Petri, dy banorë simpatikë të këtij planeti të çuditshëm, në bordin e anijes së tyre kozmike Theos, po kthehen në Tokë për të rikuperuar një detyrë misterioze dhe shumë të çmuar që është lënë e fshehur herën e fundit që kanë qenë këtu.Një rrëfim magjepsës, gjithë humor por edhe plot me pasigurira dhe me rishtjellime të ngjarjeve historike që do të mund t’ju trazojë.
Danilo Clementoni
*** BEST SELLER ***== Neue Ausgabe ==BAND 1/3 ”Wir kamen zurück. Es war nur eines unserer Sonnenjahre, als wir gezwungen waren, den Planeten überstürzt zu verlassen, aber für sie waren 3.600 Erdenjahre vergangen. Was würden wir vor-finden?”Nibiru, der zwöfte Planet unseres Sonnensystems, besitzt einen extrem elliptischen, rückläufigen Orbit und ist deutlich größer als alle anderen Planeten. Für nur eine Umkreisung der Sonne benötigt er ca. 3.600 Jahre. Seine Bewohner, die von diesem Annäherungszyklus seit tausenden von Jahren profittieren, haben uns systematisch besucht und jedes Mal Kultur, Wissen, Technologie und sogar die Evolution der menschlichen RAsse beeinflusst. Unsere Vorfahren gaben ihnen viele Namen, aber der Name, der sie schon immer am besten bezeichnete war ”Götter”. Azakis und Petri, zwei sympathische Bewohner dieses fremden Planeten kehren an Bord ihres Sternenschiffes zur Erde zurück, um eine mysteriöse und äußerst wertvolle Ladung abzuholen, die sie beim letzten Besuch versteckt hatten. Eine mitreißende Erzählung, witzig, aber auch voller Spannung, mit einer anderen Sicht historischer Ereignisse, die euch erschüttern könnten.
Guido Pagliarino
26 settembre 1943, Napoli è sul punto di ribellarsi ai tedeschi occupanti. Rosa, prostituta e borsanerista già confidente della polizia politica fascista, muore per cause violente. Gennaro, suo presunto assassino, è fermato e interrogato inutilmente da un ancor inesperto vice commissario, Vittorio. Poco dopo s'accende l’insurrezione che passerà alla storia come Le Quattro Giornate di Napoli. Vi aderiscono il vice commissario e, stranamente liberato dal questore in persona, il presunto assassino di Rosa. Partecipa alla lotta anche la giovane Mariapia che, dopo aver subito uno stupro plurimo da parte tedesca, brama vendetta. Presto Gennaro risulta essere suo parente. Avviene un altro assassinio, bersaglio un tabaccaio, anch'egli imparentato con Mariapia.Affresco storico sociale con aspetti polizieschi ambientato a Napoli prevalentemente nel 1943, durante le storiche Quattro Giornate in cui la città si liberò da sola dell’occupante nazista. Accanto ai personaggi in carne e ossa è protagonista il furore, sia l’ira collettiva che erompe sul campo di battaglia e ha per corollario, da parte vincitrice,stupri e altre bestialità, sia, parallelamente, la collera che s’esprime nella ribellione a privati soprusi impuniti dall’autorità e ormai insopportabili. Se un popolo oppresso può di pieno diritto ribellarsi e insorgere e se, come ammetteva addirittura san Tommaso d’Aquino, è consentito l’omicidio del tiranno quando non ci sia altra via per ritrovare la libertà che Dio stesso ha concesso all’essere umano, è lecito o no uccidere un malavitoso che la giustizia non riesce a raggiungere e colpire, il quale continua ad angariare, sfruttare e uccidere il prossimo entro il proprio quartiere? Chi, non avendo altra difesa possibile, ricorra alla difesa estrema è colpevole? E, se sì, fin a che punto? Questo è il dilemma privato che corre lungo il romanzo attraversando la vicenda pubblica della ribellione di Napoli ai tedeschi. La scena si apre sulla morte violenta di Rosa, ricca prostituta e borsanerista già confidente della polizia politica fascista. Gennaro, suo presunto assassino, è fermato e interrogato inutilmente da un ancor inesperto vice commissario, Vittorio D’Aiazzo. Pochissimo dopo, siamo al 26 settembre 1943, s'accende l’insurrezione che passerà alla storia come Le Quattro Giornate di Napoli. Vi aderiscono lo stesso vice commissario e, stranamente liberato dal questore in persona, il presunto assassino di Rosa. Partecipa alla lotta anche la giovane Mariapia che, dopo aver subito uno stupro plurimo da parte tedesca, brama vendetta. Gennaro risulta essere, a un certo punto dell’opera, suo parente. Nel corso degli scontri avviene un altro omicidio che, almeno all’apparenza, come già la morte della prostituta, non è attinente alla rivolta: la vittima è un tabaccaio, cugino di Mariapia, che qualcuno ha sgozzato mentre stava defecando, tagliandogli poi i testicoli. I due decessi sembrano a un certo punto collegarsi, perché i defunti non solo erano entrambi legati alla camorra, ma pure ai servizi segreti militari americani O.S.S. Entrano in scena tra un combattimento e l’altro diversi personaggi tra cui, personaggio secondario ma basilare, l’anziano riparatore di bici Gennarino Appalle che scopre il cadavere del tabaccaio e, al termine d’uno scontro fra insorti e SS tedesche sulla via innanzi alla sua bottega, esce in istrada e, ansante, ne avverte il vice commissario D’Aiazzo, che allo scontro ha partecipato assieme al suo aiutante, l’impetuoso brigadiere Bordin. Il tabaccaio era stato una laida persona, a suo tempo picchiatore della camorra. Relativamente alla morte della prostituta, la soluzione giunge già verso la metà dell’opera. Quanto all’identità dell’assassino del tabaccaio, le indagini di Vittorio D'Aiazzo continuano assai a lungo e l'autore del crimine si svelerà solo nel 1952.
Guido Pagliarino
Nell'anno 2000 il vecchio questore emerito D’Aiazzo, affiancatosi al commissario Sordi suo ex dipendente, investiga in funzione di consulente della Questura torinese su una serie di omicidi che si presentano sì come l'opera nichilista d'un sadico assassino seriale o quali sacrifici al diavolo d'una delle sette sulfuree della Torino macabro-stregata, ma potrebbero avere, anche o soltanto, cause legate a quel terrorismo che aveva imperversato in Italia fino a una ventina d'anni prima e si trascina ancora a fine millennio. Il mostro sopprime orrendamente le sue vittime conficcando loro l'arma del delitto in un orecchio fin ad arrivare al cervello con esito letale. L'indagine si snoda fra inquietanti sospetti, crisi di identità, annotazioni psicologiche, e raggiunge il suo acme risolutivo nello spiazzante svelamento finale, che ha come appendice la morte del medesimo questore, come conseguenza stessa della scoperta del colpevole.Nell'anno 2000 il vecchio questore emerito Vittorio D’Aiazzo, affiancatosi al commissario Sordi suo ex dipendente, investiga in funzione di consulente della Questura torinese su una serie di omicidi che si presentano sì come l'opera nichilista d'un sadico assassino seriale o quali sacrifici al diavolo d'una delle sette sulfuree della Torino macabro-stregata, ma potrebbero avere, anche o soltanto, cause legate a quel terrorismo che aveva imperversato in Italia fino a una ventina d'anni prima e si trascina ancora a fine millennio. Il mostro sopprime orrendamente le sue vittime conficcando loro l'arma del delitto in un orecchio fin ad arrivare al cervello con esito letale. L'indagine tocca sia temi privati, procedendo entro una varia umanità non tutta moralmente limpida, sia temi politici, economici e sociali già tipici degli anni’70 dello scorso secolo, dei cosiddetti anni di piombo, in cui la violenza politica e quella privata finivano normalmente col confondersi nella scomparsa, o quasi, del concetto di persona e nel prevalere dei ruoli sociali; e l’inchiesta di Vittorio D’Aiazzo si snoda tra i frutti maligni di quei semi perversi, fra inquietanti sospetti, crisi di identità, annotazioni psicologiche, e raggiunge il suo acme risolutivo nello spiazzante svelamento finale, che ha come appendice la morte del medesimo questore, come conseguenza stessa della scoperta del colpevole.
L. G. Castillo
Ren achou que havia capturado um ladrãozinho qualquer apenas para descobrir que, escondida sob camadas de sujeira e roupas de menino, estava a pessoa mais desejável e sedutora que ele já tinha visto. Percebendo que ela tinha sido marcada com um símbolo do demônio e parecia ter um desejo mortal, Ren rapidamente decide que a única forma de mantê-la viva é não perdê-la de vista. Se os demônios eram suicidas o bastante para acharem que iam afastá-la dele, Ren lhes mostraria seu próprio desejo mortal.A mistura com o círculo de roubos realizados por demônios tinha sido fácil… Lacey estava tendo problemas era com a forma de fugir deles quando decidiram matá-la. Quando seu parceiro morre, apenas para dar-lhe uma vantagem inicial, ela não permite o sacrifício dele seja em vão e corre, como se uma horda de demônios a perseguisse… e é o que acontece. Como ela deveria saber que sua rota de fuga iria levá-la bem para o meio de uma guerra de demônios e para os braços de um estranho sexy que era mais poderoso do que seu pior pesadelo? Ren achou que havia capturado um ladrãozinho qualquer apenas para descobrir que, escondida sob camadas de sujeira e roupas de menino, estava a pessoa mais desejável e sedutora que ele já tinha visto. Percebendo que ela tinha sido marcada com um símbolo do demônio e parecia ter um desejo mortal, Ren rapidamente decide que a única forma de mantê-la viva é não perdê-la de vista. Se os demônios eram suicidas o bastante para acharem que iam afastá-la dele, Ren lhes mostraria seu próprio desejo mortal.
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