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Wenn man ein Abkommen mit einem Dämon trifft, dann stellt das eine Verbindung her, auch wenn man nicht weiß, dass die Person ein Dämon ist. Dies zu seinem Vorteil nutzend brach Zachary die heiligen Gesetze und bot Tiara vorsätzlich eine Abmachung an. Er würde ihr einziger Liebhaber sein, bis sie ihren wahren Partner fand… was er für immer verhindern wollte. Als die Abmachung in Kraft tritt, kommt seine dunkle Seite zum Vorschein, als Tiara von ihm wegrennt, in dem Glauben, dass sie nun auf der Abschuss-Liste der TEP steht, weil ihr Blut beschmutzt ist. Als er sie findet, wie sie sich in den Armen des Feindes versteckt, bekämpft Zachary Feuer mit Feuer.
Steven Wilder erlag der Versuchung, die mit dem Schläger schwang, auch auf andere Art, als nur, dass er vor ihr zu Boden gegangen war… er wollte sie haben. Als er herausfand, dass sie der Mafia versprochen war, fand er einen Grund, sie als Geisel zu nehmen und sie zu seiner Partnerin zu machen… natürlich zu ihrer eigenen Sicherheit.Jeder sagt, es gibt zwei Wege im Leben, aber für Jewel Scott erschienen sie beide sehr gefährlich. Einer führte zu Anthony, einem mordenden, psychopathischen Werwolf, der auch der Anführer der Stadtmafia war, und ihr Verlobter… gegen ihren Willen. Der andere Weg führte zu Steven, einem Werpuma, den sie bei ihrem ersten Treffen mit einem Baseballschläger bewusstlos geschlagen hatte. Er zahlte es ihr zurück indem er sie als Geisel nahm und sie zu seiner Partnerin machte.Steven Wilder erlag der Versuchung, die mit dem Schläger schwang, auch auf andere Art, als nur, dass er vor ihr zu Boden gegangen war… er wollte sie haben. Als er herausfand, dass sie der Mafia versprochen war, fand er einen Grund, sie als Geisel zu nehmen und sie zu seiner Partnerin zu machen… natürlich zu ihrer eigenen Sicherheit.Anthony Valachi war besessen von Jewel, seit sie noch ein Kind war, und, gemäß den Regeln der Mafia, hatte er sie zu seiner zukünftigen Braut gemacht. Wenn jemand meinte, dass er sie von ihm stehlen konnte, dann lag er falsch… tödlich falsch.
Algunas leyendas lo describen como un dios, mientras que otros dicen que es un diablo empeñado en matar a los dioses para obtener su libertad. Le dieron un nombre… Darious. Su plan era enviar a cada demonio de regreso a su hoyo, y su arma era la furia que bullía dentro de él. Salvando a los humanos que lo evitaban como a una peligrosa peste, Darious quedó estupefacto al ver los ojos color verde esmeralda que lo miraban fijamente sin miedo. Kyoko nunca se imaginó que una ardiente mirada podía tentar a un dios y encender una pasión que solo había conocido la furia. Rodeada por los guardianes que la aman y la protegen, ¿acaso alguno de ellos podrá enfrentarse al ángel de alas negras o a los demonios que han invadido silenciosamente la ciudad? Kyoko descubre que es difícil escapar de Darious cuando él es más rápido que ella.Algunas leyendas lo describen como un dios, mientras que otros dicen que es un diablo empeñado en matar a los dioses para obtener su libertad. Le dieron un nombre… Su plan era enviar a cada demonio de regreso a su hoyo, y su arma era la furia que bullía dentro de él. Salvando a los humanos que lo evitaban como a una peligrosa peste, Darious quedó estupefacto al ver los ojos color verde esmeralda que lo miraban fijamente sin miedo. Kyoko nunca se imaginó que una ardiente mirada podía tentar a un dios y encender una pasión que solo había conocido la furia. Rodeada por los guardianes que la aman y la protegen, ¿acaso alguno de ellos podrá enfrentarse al ángel de alas negras o a los demonios que han invadido silenciosamente la ciudad? Kyoko descubre que es difícil escapar de Darious cuando él es más rápido que ella.
Als der Blutszauber gebrochen war, grub Kane sich aus dem Boden hervor und suchte nach der Seelenfreundin, die ihn befreit hatte, aber erkannte, dass sie verschwunden war. Mit nichts mehr zu verlieren und voller Rachegelüste begann er einen Krieg. Das Letzte, was er erwartete, war, die Seelenfreundin, die ihm immer wieder aus den Fingern entwischte, mitten im Weg der Zerstörung, die er verursacht hatte. Er wird schnell von ihr besessen, beobachtet sie, wenn sie nicht aufpasst, hört zu, wenn er nicht eingeladen ist und verfolgt jede ihrer Bewegungen… und die Dämonin, die ihn heimsucht, weiß, dass sie seine Schwäche ist. Um sie zu beschützen schwört Kane, dass er sie ihn hassen lassen würde, selbst wenn er sich auf die Seite der Dämonen schlagen muss, um das zu erreichen. Aber wie kann er sie vor dem größten aller Feinde beschützen, wenn er selbst dieser Feind ist?
L’autore aveva scritto questi due racconti lunghi, giunti ormai, con varianti, alla terza edizione, nel 1994 e nel 1995, di poco anteriormente al sorgere della moda del giallo e poliziesco italiani. Sono opere basate sulle figure di Vittorio D’Aiazzo, commissario e poi vice questore, e di Ranieri Velli, suo aiutante e amico, personaggi che, l'uno o entrambi, ritornano in altri romanzi e racconti di Guido Pagliarino: è uscito da poco per i tipi dell'Editrice Genesi l'ultimo romanzo sul personaggio D’Aiazzo, il prequel ”L'ira dei vilipesi”. In tutti questi lavori si può notare attenzione per le psicologie e gli ambienti, questi del passato più o meno recente. Ne erano e sono destinatari i lettori di narrativa in generale che, pur non disdegnando opere che trattino di delitti, non abbiano gusti alla paprika; non ci si aspetti dunque racconti alla Raymond Chandler o James Ellroy o, per stare in Europa, alla Manuel Vazquez Montalban.Dalla prefazione dell’autore: Avevo scritto questi due racconti lunghi, o romanzi brevi, nel 1994 e nel 1995, di poco anteriormente al sorgere della moda del giallo e poliziesco italiani, lavori basati sulle figure di Vittorio D’Aiazzo, commissario e poi vice questore, e di Ranieri Velli, suo aiutante e amico, personaggi che, l'uno o entrambi, ritornano in altri miei romanzi e racconti; l'ultimo romanzo sul D'Aiazzo è uscito, per i tipi dell'Editrice Genesi (2017) e di Tektime Editore (2018), rispettivamente in formato cartaceo e nei formati e-book: è il prequel ”L'ira dei vilipesi” ambientato durante le 4 Giornate di Napoli nel 1943. Sempre, in questi lavori ho prestato in primo luogo attenzione alle psicologie e agli ambienti, questi tutti del passato più o meno recente con qualche nostalgia per quella Torino della mia adolescenza e giovinezza che più non esiste. Ne erano e sono destinatari i lettori di narrativa in generale che, pur non disdegnando opere che trattino di delitti, non abbiano gusti alla paprika; non ci si aspetti dunque racconti alla Raymond Chandler o James Ellroy o, restando in Europa, alla Manuel Vazquez Montalban; ma neppure, d'altro canto, si attendano indagini arzigogolate, ben poco verosimili, come quelle ideate da Agatha Christie. L’azione del paio di racconti inclusi in questo libro si svolge in un periodo ancora pre-cibernetico, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 dello scorso secolo […]. Era un’epoca in cui non c’erano ancora il personal computer e il telefonino, tutte le famiglie avevano la radio ma pochissime la televisione, in bianco e nero, canale RAI unico: però senza pubblicità, a parte il simpatico e oggidì quasi leggendario “Carosello”. Una Torino, insomma, in cui un investigatore poteva ancora operare quasi come i suoi colleghi dei gialli e polizieschi classici europei anni ’20-50. Nel primo racconto, ”D'Aiazzo e il mostro a tre braccia”, viene picchiato a morte da ignoti un antiquario e restauratore torinese, Tarcisio Benvenuto, uomo dal fisico deforme che, alla nascita, era stato abbandonato dall’ignota madre ed esposto alla carità delle suore d’un istituto religioso torinese. Dal nulla, lavorando senza posa era divenuto proprietario d’un negozio all’ingrosso e al dettaglio in zona Porta Palazzo […]. Nel secondo racconto, ”D'Aiazzo e i satanassi”, steso a terra sul proprio sangue è ritrovato per istrada, da una camionetta della Polizia, il cadavere d’un attempato piccolo industriale, il commendator Paolo Verdi, il cui giovane figlio Carlo, dottore in psicologia, è in prigione in attesa di giudizio, accusato di violenza carnale a Giuseppina Corsati, dattilografa del padre poco più che adolescente; ma egli dichiara al commissario D’Aiazzo d’essere privo di colpa. In carcere è fatto oggetto di brutalizzazioni da parte di altri detenuti […]. Di certo la deflorazione di Giuseppina c’è stata, ne presenta i segni, però non potrebbe, forse, la famiglia di lei aver architettato la violenza per averne un risarcimento finanziario? […]. Intervengono nella storia il poco intelligente Carlone che aveva avuto in passato nascosti legami con papà Verdi, e un filosofo libero docente all’Università di Torino ed ex ufficiale nella Repubblica di Salò, presso il cui fratello, che ben diversamente era stato membro del Comitato di Liberazione Nazionale, lavora quale cameriera l’ambigua Luciana Corsati, madre di Giuseppina. Dal profondo della vicenda affiorano anche parlamentari tutt’altro che adamantini e, a un certo punto, ne emana una sulfurea esalazione infernale che il commissario ventilerà riuscendo, o quasi, a fare giustizia.
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