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A story where revenge and its roots give us a great lesson.The ecstasy, the passion of having in your hands a certain person who arms you, the feeling of triumph mixed with hatred, evil, irony, that moment us magical for those who exercise a vengeance.Sincerely,The Guru of Revenge
Un esperimento sulle drosofile che mira al prolungamento dell'esistenza ha un esito clamoroso: quei moscerini della frutta, che naturalmente vivono otto settimane, continuano a esserci per mesi e poi per anni, sempre in piena salute. Si comincia a supporre con plausibilità che siano divenute imperiture. Certuni, d’altro canto, pensano che il merito non sia stato solo dei ricercatori, ma che sia intervenuto sull’esperimento un misterioso, potentissimo fattore estraneo alla Terra. Intanto il siero frutto del processo è pronto per essere somministrato all'essere umano. Solo pochi multi miliardari possono però avvantaggiarsene a causa del suo altissimo prezzo. Negli esclusi s’accende invidia per gli immortali, a parte che in quei pochi al mondo che ancor credono in Dio e nella vita eterna spirituale e non desiderano un surrogato d'eternità in terra. Eppure, col passar del tempo…Nell'anno 2117, in un mondo ormai in gran prevalenza ateo, la scienza cerca d'appagare in parte l’anelito d’eternità che tormenta, nonostante tutto, il cuore umano. Un esperimento sulle drosofile che mira al prolungamento dell'esistenza ha un esito clamoroso: quei moscerini della frutta, che naturalmente vivono otto settimane, continuano a esserci per mesi e poi per anni, sempre in piena salute. Si comincia a supporre con plausibilità che siano divenute imperiture. Certuni, d’altro canto, pensano che il merito non sia stato solo dei ricercatori, ma che sia intervenuto sull’esperimento un misterioso, potentissimo fattore estraneo alla Terra. Intanto il siero frutto del processo è pronto per essere somministrato all'essere umano. Solo pochi multi miliardari possono però avvantaggiarsene a causa del suo altissimo prezzo. Negli esclusi s’accende invidia per gli immortali, a parte che in quei pochi al mondo che ancor credono in Dio e nella vita eterna spirituale e non desiderano un surrogato d'eternità in terra. Eppure, col passar del tempo, la brama quasi generale di godere del siero va scemando e infine svanisce del tutto. Ci si è resi conto che coloro che avevano acquisito l'immortalità sono stati tutti colpiti, dopo secoli, da profonda noia esistenziale: per gl’immortali il perire sarebbe una liberazione, ma se un ignoto ente era intervenuto donando loro vita imperitura materiale, lo stesso inibisce adesso che muoiano: nemmeno suicidandosi! Non c’è più dubbio che si tratta dell’azione di un’entità trascendente la Terra; e quando il nostro mondo è invaso da una specie extraterrestre scientificamente eccelsa e apparentemente imbattibile, si scopre che quell’ente era intervenuto a fin di bene, provvidenzialmente, ché solo gli immortali – e ne avranno finalmente premio – possono… e qui siamo ancor solo alla metà d’una corale vicenda che si sviluppa nel corso dei secoli entro la Galassia, un cosmo che scopriamo, a mano a mano, affollato da personaggi insensibili, come l’irascibile astrofisico professor Otto Bauer, la lasciva e criminosa Evy Trompò dirigente del pianeta-azienda Affari, lo sporcaccione sadico McDonald Gutierrez persecutore degli schiavi del satellite Titano, lo spietato plutocrate stellare Alfred McEntire…
”Vracali sme sa. Uplynul iba jeden náš solárny rok, odkedy sme boli donútení v zhone opustiť planétu, ale pre nich uplynulo 3600 pozemských rokov. Kto vedel, čo nás očakávalo?”Nibiru, dvanásta planéta našej slnečnej sústavy má mimoriadne elipsovitú obežnú dráhu, retrográdnu a oveľa väčšiu oproti všetkým ostatným planétam. Aj preto jedno otočenie okolo Slnka trvá 3 600 rokov. Obyvatelia planéty, využívajúc toto cyklické približovanie sa nás už stovky tisícok rokov systematicky navštevovali a pri každej svojej návšteve ovplyvnili kultúru, poznatky, technológiu a dokonca aj evolúciu ľudskej rasy. Naši predkovia ich volali rôznymi menami, ale meno, ktoré ich zosobňuje najlepšie, je ”Bohovia”. Azakis a Petri, dvaja sympatickí obyvatelia tejto zvláštnej planéty, sa na palube svojej kozmickej lode Theos vracajú na Zem, aby znovu získali tajomný a veľmi vzácny náklad, ktorý tu ostal schovaný po ich poslednej návšteve. Strhujúci, duchaplný príbeh, ale aj príbeh plný napätia a historických faktov, ktorý by ste si mohli obľúbiť.
Alors que la guerre des vampires évolue en une guerre véritablement démoniaque, Zachary se retrouve responsable d'une belle nécromancienne, qui est liée à un sombre épisode de son passé. Il a vu sa propre mère franchir la ligne et tomber dans les bras d'un démon. C'était son rôle de s'assurer que Tiara ne choisisse pas Ce même chemin luxurieux… à moins qu'elle ne l'emprunte en sa compagnie. Dès lors, avec ces démons qui guettent, la dernière chose à laquelle il s'attendait de la part de Tiara était de la voir les rejoindre. Alors que les esprits s’échauffent et que des secrets sont gardés, la jalousie devient un jeu dangereux. Quelqu'un aurait dû la prévenir : quand on joue avec le feu, on s' y brûle.
L’autore aveva scritto questi due racconti lunghi, giunti ormai, con varianti, alla terza edizione, nel 1994 e nel 1995, di poco anteriormente al sorgere della moda del giallo e poliziesco italiani. Sono opere basate sulle figure di Vittorio D’Aiazzo, commissario e poi vice questore, e di Ranieri Velli, suo aiutante e amico, personaggi che, l'uno o entrambi, ritornano in altri romanzi e racconti di Guido Pagliarino: è uscito da poco per i tipi dell'Editrice Genesi l'ultimo romanzo sul personaggio D’Aiazzo, il prequel ”L'ira dei vilipesi”. In tutti questi lavori si può notare attenzione per le psicologie e gli ambienti, questi del passato più o meno recente. Ne erano e sono destinatari i lettori di narrativa in generale che, pur non disdegnando opere che trattino di delitti, non abbiano gusti alla paprika; non ci si aspetti dunque racconti alla Raymond Chandler o James Ellroy o, per stare in Europa, alla Manuel Vazquez Montalban.Dalla prefazione dell’autore: Avevo scritto questi due racconti lunghi, o romanzi brevi, nel 1994 e nel 1995, di poco anteriormente al sorgere della moda del giallo e poliziesco italiani, lavori basati sulle figure di Vittorio D’Aiazzo, commissario e poi vice questore, e di Ranieri Velli, suo aiutante e amico, personaggi che, l'uno o entrambi, ritornano in altri miei romanzi e racconti; l'ultimo romanzo sul D'Aiazzo è uscito, per i tipi dell'Editrice Genesi (2017) e di Tektime Editore (2018), rispettivamente in formato cartaceo e nei formati e-book: è il prequel ”L'ira dei vilipesi” ambientato durante le 4 Giornate di Napoli nel 1943. Sempre, in questi lavori ho prestato in primo luogo attenzione alle psicologie e agli ambienti, questi tutti del passato più o meno recente con qualche nostalgia per quella Torino della mia adolescenza e giovinezza che più non esiste. Ne erano e sono destinatari i lettori di narrativa in generale che, pur non disdegnando opere che trattino di delitti, non abbiano gusti alla paprika; non ci si aspetti dunque racconti alla Raymond Chandler o James Ellroy o, restando in Europa, alla Manuel Vazquez Montalban; ma neppure, d'altro canto, si attendano indagini arzigogolate, ben poco verosimili, come quelle ideate da Agatha Christie. L’azione del paio di racconti inclusi in questo libro si svolge in un periodo ancora pre-cibernetico, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 dello scorso secolo […]. Era un’epoca in cui non c’erano ancora il personal computer e il telefonino, tutte le famiglie avevano la radio ma pochissime la televisione, in bianco e nero, canale RAI unico: però senza pubblicità, a parte il simpatico e oggidì quasi leggendario “Carosello”. Una Torino, insomma, in cui un investigatore poteva ancora operare quasi come i suoi colleghi dei gialli e polizieschi classici europei anni ’20-50. Nel primo racconto, ”D'Aiazzo e il mostro a tre braccia”, viene picchiato a morte da ignoti un antiquario e restauratore torinese, Tarcisio Benvenuto, uomo dal fisico deforme che, alla nascita, era stato abbandonato dall’ignota madre ed esposto alla carità delle suore d’un istituto religioso torinese. Dal nulla, lavorando senza posa era divenuto proprietario d’un negozio all’ingrosso e al dettaglio in zona Porta Palazzo […]. Nel secondo racconto, ”D'Aiazzo e i satanassi”, steso a terra sul proprio sangue è ritrovato per istrada, da una camionetta della Polizia, il cadavere d’un attempato piccolo industriale, il commendator Paolo Verdi, il cui giovane figlio Carlo, dottore in psicologia, è in prigione in attesa di giudizio, accusato di violenza carnale a Giuseppina Corsati, dattilografa del padre poco più che adolescente; ma egli dichiara al commissario D’Aiazzo d’essere privo di colpa. In carcere è fatto oggetto di brutalizzazioni da parte di altri detenuti […]. Di certo la deflorazione di Giuseppina c’è stata, ne presenta i segni, però non potrebbe, forse, la famiglia di lei aver architettato la violenza per averne un risarcimento finanziario? […]. Intervengono nella storia il poco intelligente Carlone che aveva avuto in passato nascosti legami con papà Verdi, e un filosofo libero docente all’Università di Torino ed ex ufficiale nella Repubblica di Salò, presso il cui fratello, che ben diversamente era stato membro del Comitato di Liberazione Nazionale, lavora quale cameriera l’ambigua Luciana Corsati, madre di Giuseppina. Dal profondo della vicenda affiorano anche parlamentari tutt’altro che adamantini e, a un certo punto, ne emana una sulfurea esalazione infernale che il commissario ventilerà riuscendo, o quasi, a fare giustizia.
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