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Andrzej Stanislaw Budzinski
Penso, almeno spero che la risposta non è difficile a nessuno di noi. Siamo figli di Dio! Dio è nostro Padre! Guardate che noi non siamo orfani e figli di nessuno. Dio è nostro Padre, Creatore del cielo, della Terra e dell’intero Universo. Nostro Padre è onnipotente. Non può essere meglio. Non possiamo avere un Padre migliore. Siamo fortunati. Dio abita in noi! Siamo portatori di Dio! Però! Dio non è Padre soltanto dei cristiani, ma di tutti gli uomini della Terra. Vero! Verissimo! Tutti siamo figli di Dio, ma non tutti siamo consapevoli di questa bella notizia! Se avessimo la consapevolezza come un granello di senape, che è piccolissimo come dice il Vangelo, potremmo spostare le montagne. L’ambiguità proviene dal maligno! Non è possibile nello stesso momento accontentare due padroni, il bene e il male! Non si può servire due padroni! Dio e il diavolo! No! Non si può contrattare e non si può trovare d’accordo con il diavolo! Perché lui desidera soltanto una cosa, distruggere tutto che è di Dio. Vuole rovinarci. Se gli permettiamo un po’, vuole di più e sempre di più. Non è mai sfamato del male. Lui odia se stesso, Dio, noi e tutto quanto che Dio ha creato. Odia tutto. Noi cristiani non siamo coglioni! Siamo figli di Dio che è sapienza assoluta! Per favore! Ricordiamoci di questo! Cristiani si! Coglioni no! Capisco che dobbiamo amare come Gesù, questo è giusto! Lui ha dato la propria vita per salvare tutti. Però! Non dobbiamo essere coglioni! Non possiamo accettare il male, per un motivo molto semplice: Perché il male proviene dal coglione più grande – dal diavolo. Ascoltandolo diventiamo coglioni come lui e tutti quanti che lo ascoltano. Per questo il mondo è così impazzito e rincoglionito perché tante persone ascoltano il coglione – il diavolo!
Andrzej Stanislaw Budzinski
La libertà è un argomento molto importante da approfondire, perché è una cosa per la quale in tutti secoli della storia della Terra l’uomo combatteva, combatte e combatterà. La libertà è incisa nella nostra natura umana e senza di essa l’uomo, come persona, non può esistere. L’uomo è creato per essere libero e desidera di esserlo: • spiritualmente, • materialmente, • moralmente. Altro nome dell’uomo è proprio la libertà! Insomma l’uomo vuole essere libero perché la libertà costituisce la sua natura. Subito fin dall’inizio vorrei chiarire che la libertà è una parola usata spesso nella nostra vita ed è per noi una cosa essenziale. Pensando dell’uomo pensiamo della libertà. Può avere i significati diversi e questo dipende in che occasione la usiamo. La parola libertà ha diverso significato usata nella vita quotidiana, diverso quando parliamo della libertà filosofica, morale e assoluta. Noi ci troviamo in una continua battaglia tra la libertà e la schiavitù!
Guido Pagliarino
Questo saggio divulga quanto la ricerca ha finora appurato sulla celebre Sindone di Torino, non ha il fine d’indurre a credere che il Lenzuolo di Torino abbia davvero avvolto il corpo di Cristo un paio di millenni fa. L’autore torna più volte sugli stessi argomenti, secondo prospettive diverse: il lettore non voglia considerare tali reiterazioni come pleonastiche e, men che mai, involontarie: l’opera comprende una parte introduttiva generale – in qualche punto, ritenendolo giovevole, di già con approfondimenti, come per le conclusioni mediche dell’anatomopatologo Pierluigi Baima Bollone – e una sezione, divisa in capitoli, con trattazione specifica di particolari argomenti toccati nella prima parte, ad esempio le fotografie sindoniche, e una cronologia. Saggio più volte riedito dall'autore con aggiornamenti. Esso non ha il fine d’indurre a credere che il Lenzuolo di Torino abbia davvero avvolto il corpo di Cristo un paio di millenni fa o, come comunemente si dice, ch’esso sia autentico. D’altronde, autenticità può significare anche altro, un conto è ritenere che la Sindone conservata a Torino sia il Telo che avvolse la salma di Cristo, un conto è semplicemente ipotizzarne l’anzianità bimillenaria; e se sul fatto che questo famoso Lenzuolo avesse avvolto Gesù non prendo posizione, ritengo che prevalgano le ragioni per pensare che sia antichissimo, essendo attualmente molti i dati a favore e solo due i contrastanti, di cui uno soltanto pare, e sempre di meno, oggettivamente considerabile: le prove di radiodatazione su campioni sindonici che fissarono l’anzianità del Lenzuolo all’epoca basso medievale; ma esse sono sempre più contestate scientificamente e non solo da studiosi cristiani. L’altro motivo d’avversione alla Sindone, peraltro fortissimo, è un preconcetto, tanto di laici anticlericali quanto di molti, forse della maggioranza, dei cristiani riformati, preclusione che porta i primi a ignorare l’argomento quando non a deriderlo e conduce fedeli protestanti a condannare la venerazione della Sindone la quale, pregiudizialmente, è per essi mera “icona” creata da mani d’uomo: accolgono la condanna veterotestamentaria del “farsi immagini”, nata storicamente in funzione anti idolatrica, sebbene i cattolici sostengano che il divieto vigesse solo prima che Dio s’incarnasse in Gesù mostrandosi al mondo come “immagine”, cioè come carnale figura umana, senz’alcuna possibilità d’equivocare con gl’idoli; ci sono peraltro cattolici negatori dell’autenticità, intesa nel senso che la Sindone sarebbe proprio quella che avvolse Gesù, e si trovano protestanti che ne suppongono l’autenticità, quanto meno nel secondo senso del termine quando non, addirittura, nel primo. In ogni caso, va ben sottolineato che la fede dei cristiani non si basa affatto sulla Sindone di Torino ma, storicamente, sulla testimonianza orale apostolica della risurrezione di Cristo raccolta entro il I secolo nei libri del Nuovo Testamento, giunta fino a noi perché conservata dalla Chiesa nei secoli, con controllo sistematico della corrispondenza delle nuove copie alle precedenti, iniziando dalle più vecchie. Con tale spirito si presenta questa seconda edizione del saggio di Guido Pagliarino sulla Sindone, realizzata considerando nuovi dati e sanando un paio di inesattezze del precedente libro, uscito anni fa e ormai fuori catalogo. Il saggio torna più volte sugli stessi argomenti, secondo prospettive diverse: il lettore non voglia considerare tali reiterazioni come pleonastiche e, men che mai, involontarie: l’opera comprende una parte introduttiva generale – in qualche punto, ritenendolo giovevole, di già con approfondimenti, come per le conclusioni mediche dell’anatomopatologo Pierluigi Baima Bollone – e una sezione, divisa in capitoli, con trattazione specifica di particolari argomenti toccati nella prima parte, ad esempio le fotografie sindoniche, e una cronologia.
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